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Isfol - Asstel: nuove tecnologie poco diffuse nel mondo del lavoro
Solo il 60% degli occupati si avvale delle tecnologie IT, dirigenti e imprenditori ancora troppo indietro. Parisi (Asstel): favorire la penetrazione degli strumenti aggiornando le persone, ma anche le normative


In Italia internet e le nuove tecnologie dell'informazione sono ancora poco diffuse nel mondo del lavoro. E' quanto emerge dall'indagine condotta congiuntamente da Isfol e Istat, presentata alla Camera nell'ambito del seminario Isfol-Asstel sul tema "Internet cambia il lavoro" al quale hanno partecipato i ministri del Lavoro Maurizio Sacconi, per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e l'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia David Thorne.
Dall'analisi risulta che solo il 60% degli occupati si avvale delle tecnologie it e mette in evidenza la reticenza ad adattarsi alle nuove forme di comunicazione. I professionisti specializzati e i tecnici registrano le percentuali piu' elevate e, inoltre, sono coloro che hanno maggiormente bisogno di competenze informatiche a un alto livello di complessita'. Per gli impiegati queste competenze sono ormai di grande importanza, ma l'uso che ne viene fatto rimane a livello ancora troppo elementare. Stesso discorso per dirigenti e imprenditori, che risultano ancora troppo indietro.
Stefano Parisi (nella foto), presidente Asstel, ha parlato del problema sostenendo che: "mentre il fattore Internet si sta candidando a diventare il motore della ripresa economica mondiale, in Italia ci confrontiamo con geografia dello sviluppo digitale a macchia di leopardo che attraversa le generazioni, dividendo il mondo del lavoro tra coloro che hanno capacita' nell'uso delle nuove tecnologie e chi invece fatica ad adeguarsi. Cosi', favorire la penetrazione degli strumenti e delle competenze digitali nelle attivita' tradizionali e' una vera e propria priorita' nazionale, che va affrontata aggiornando non solo le persone non native digitali, ma anche le normative concepite da e per il mondo analogico". Il problema, per Parisi, e' pero' anche legislativo, poiche' la legge non ha ancora trovato adeguamento alla nuova situazione emergente: "Pensiamo ad esempio all'art.4 dello Statuto dei lavoratori, varato nel 1970 che, introducendo il divieto di controllo a distanza del lavoratore, oggi puo' risultare di ostacolo alla possibilita' di sviluppare forme di telelavoro. Su questi temi Asstel e' impegnata a collaborare con i sindacati per arrivare a una corretta e attuale applicazione della norma".

A cura di : Martina Fusco
Fonte : Redazione OIPA Magazine
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